24Giu

Gelato sospeso 2.0 a sostegno della Valigia di Salvataggio – Obiettivo Salvare la pelle!

Come vi abbiamo già comunicato all’inizio di questa nuova avventura del “gelato sospeso2.0” se dovessero rimanere, a fine campagna, delle donazioni non trasformate in gelati, quest’anno ci sarà la possibilità di donarli al progetto “Valigia di Salvataggio – Per non tornare indietro” per le donne vittime di violenza.

A tal proposito vi riportiamo la lettera aperta della presidente di Salvamamme Maria Grazia Passeri. Questo per sottolineare l’importanza di questo progetto e dell’attenzione che si deve porre su questo argomento.

Non esiste certo la necessità di richiamare l’attenzione sul femminicidio, tanta è la frequenza nel ripetersi di tragedie sempre più efferate. Esiste però un fatto sul quale l’attenzione va posta al fine di stimolare interventi idonei ad affrontare l’esigenza di fondo:  “Salvare la pelle”. Certo si possono migliorare le leggi, si può intervenire sul comune sentire, si può lavorare con i più giovani, sempre però partendo dalla regola d’oro che “una disperata” che chiede aiuto venga aiutata subito, e non trovi soccorso … dopo le esequie.
Sicuramente fondamentale e ben gestita l’opera del “1522”, ma manca la focalizzazione dell’urgenza, e capita che in alcuni casi, in alcuni luoghi una donna annichilita di botte, che si è fatta refertare e ha presentato denuncia, si senta poi proporre un primo incontro per l’eventuale ingresso in una struttura protetta dopo tre o quattro giorni, se le va bene, tempo più che sufficiente, perché – come è già successo – il potenziale assassino si scateni (ancora più infuriato se a conoscenza di una denuncia).
Ho avuto a che fare con donne massacrate nuovamente per non aver trovato subito un riparo, dopo le prime violenze subite. In qualche caso limite ho anche cercato di sbloccare un accesso in casa-rifugio,  prendendo poi le possibili vittime come ospiti a nostre spese, per qualche giorno. Nella donna fuggita e rimasta in mezzo alla strada è poi irrefrenabile la tentazione di tornare a casa per racimolare almeno qualcosa per le primissime necessità, ma il rischio è terribile e a chi necessita di un immediato ricovero non si può rispondere con l’inserimento in una lista di attesa o facendo presente che per poter essere accolta deve magari separarsi dal figlio quindicenne, già sconvolto di suo, che – secondo le regole – non può avere accesso immediato nelle strutture disponibili.
Salvamamme, pur di non far rientrare nella sua casa la donna in fuga, fornisce la “valigia di salvataggio”, con i primi oggetti indispensabili per alcuni giorni e l’invito a rivolgersi al “1522”. A una persona gravemente esposta al rischio di venire uccisa non è poi necessario fornire nell’immediato  una suite “5 stelle”, basta un riparo sicuro e pulito per qualche giorno, in attesa di una soluzione adeguata. Una casa non di permanenza ma di fuga.
Le leggi sempre più pesanti non servono nei momenti critici, quando il problema è quello di trovare, nel tempo in cui serve, il modo di salvare la pelle a tante possibili condannate a morte e recuperarle, tanto per fare un esempio, con un’auto in zone non servite o in ore notturne.
C’è’ capitato il caso di una signora malmenata e fuggita da un  paese pieno di neve, costretta a  rientrare nella propria abitazione per non morire assiderata che ha subito lo stesso trattamento per la seconda volta. Sono questi i problemi da affrontare questo e molti altri avremmo da dire.
Si spendono tanti soldi, anche in Europa, per costosi e raffinati progetti teorici e ideologici: troviamo invece due soldi per evitare di spargere lacrime di coccodrillo quando si scopre di essere arrivati in ritardo.

 

 

 

#valigiadisalvataggio #salvamamme

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